“Più forza all’antifascismo, più futuro per la democrazia”

Le conclusioni del 15° congresso nazionale dell’Anpi svoltosi a Torino dal 24 al 27 marzo 2011
“Più forza all’antifascismo, più futuro per la democrazia” è la sfida che l’Anpi lancia a chiusura del suo 15° Congresso nazionale svoltosi a Torino dal 24 al 27 marzo.  Una sfida possibile grazie anche ai tanti giovani che da 5 anni stanno entrando nell’Associazione, alla ricerca di valori forti, di “radice” su cui investire il loro impegno civile.

In tanti sono intervenuti dal palco del Congresso  – hanno tra i 18 e i 30 anni – per parlare di  Costituzione, della necessità della sua difesa e piena attuazione: “questo Paese non è q uello per cui i partigiani hanno sacrificato la loro vita!”. Il lavoro privato di dignità, tagli alla scuola e alla cultura, beni comuni svenduti. Battaglie  contenute nel documento finale del congresso che detta la futura linea politica dell’Anpi.

Nel nuovo organo dirigente nazionale dell ’Associazione, in coerenza con questa “nuova stagione”, saranno presenti  iscritti che hanno tra i 28 e i 40 anni.

Con loro i partigiani, quelli che l’Anpi l’hanno inventata più di 60 anni rendendola un’ associazione autorevole, trasparente, capace di avere peso nelle scelte politiche, nella vita pubblica. Di  partigiani, nell’Anpi, per  l’implacabile trascorrere del tempo, ne sono rimasti pochi, pochissimi: circa 20, 30 erano presenti al Congresso di Torino.

Armando Cossutta che per le sue condizioni di salute non ha potuto partecipare ha inviato un appassionato messaggio:  “Dobbiamo riconoscere che abbiamo grandi responsabilità perché come Anpi possiamo e dobbiamo svolgere un ruolo assai rilevante. Insieme alla orgogliosa difesa della memoria storica, dobbiamo e possiamo sviluppare  una forte iniziativa politica proponendoci come punto di riferimento per i giovani, gli intellettuali, per tutti coloro che vogliono riempire il vuoto democratico del Paese (…) Il compito di noi vecchi partigiani non può che essere quello di passare al più presto il testimone a chi per ragioni anagrafiche partigiano non è stato, ai partigiani di oggi e di dopiù mani. (…) Solo in questo modo faremo dell’Anpi una istituzione viva, capace di rappresentare ed organizzare in ogni fase storica le migliori energie del Paese”.

I presupposti ci sono tutti: la presenza dell’Associazione in tutte le 110 province italiane, una forte crescita di iscritti (oggi sono circa 120.000, 15.000 in più rispetto al 2010), una riorganizzazione interna tale da permettere di comunicarsi efficacemente all’esterno (l’Anpi è anche su Facebook con più di 50.000 simpatizzanti ed ha un sito completamente rinnovato, www.anpi.it).

La relazione di apertura del congresso di Raimondo Ricci, presidente nazionale ANPI.

Il dibattito congressuale in streaming.

I testi del dibattito congressuale.

Gli ordini del giorno approvati dal Congresso

Il documento programmatico finale emendato e votato dal Congresso

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